Il Santuario delle Penne
Le origini di questo piccolo santuario così amato dai Laiguegliesi sono legate a una cappellina votiva dedicata alla Madonna della Neve e alla successiva collocazione, da parte dei pescatori catalani – si pensa nel Seicento – di una statua alla base della quale era la dicitura Mado de pene che, nella lingua catalana, significa Vergine della Roccia o della Rupe. La denominazione sarà nel corso dei secoli modificata in Madonna delle Penne, così come è indicato nel 1773 dal cartografo della Repubblica di Genova, Matteo Vinzoni, nella sua carta di Laigueglia. La coesistenza delle due dedicazioni è rimasta nella festa del Santuario, che ricorre il 5 agosto, giorno in cui si celebra la Madonna della Neve.
Interno di Nostra Signora delle Penne, il santuario dei marinai, forse tra i primi edifici ecclesiastici del paese. Foto Giovanni Hänninen
La cappella è preceduta da una loggia aperta che offre una veduta magnifica sull’intero golfo: sul lato a monte, un busto di Giovanni Bosco ricorda che nel 1882 il santo vi trascorse un mese di esercizi spirituali; sul lato a mare, è affrescata un’immagine della Vergine con il Bambino che protegge il borgo, connotata da due grandi occhi che spiccano sul Suo volto, così da poter essere individuati a grande distanza dai pescatori che a Lei rivolgevano un saluto e una preghiera.
Interno di Nostra Signora delle Penne, particolare. Foto Giovanni Hänninen
All’interno, l’aula è semplicemente movimentata da paraste e capitelli e da un cornicione sopra cui si aprivano, un tempo, nove finestre.
Al centro è collocato l’altare con la statua in marmo della Madonna - quella originale è stata rubata negli anni Settanta del secolo scorso – e lungo le pareti sono esposti modellini di navi ed ex voto marinari.
Anche questo santuario ha vissuto situazioni difficili: durante il periodo napoleonico, in concomitanza con la costruzione della strada, all’edificio fu addossata una batteria, chiamata “della Murte”, per il controllo strategico del territorio, e il piano sopra la piccola sacrestia fu utilizzato come ricovero dai soldati napoleonici. Infine, durante il secondo conflitto il santuario rimase fortunatamente illeso dagli scoppi delle mine disseminate, lungo la strada sottostante, dai soldati tedeschi per coprirsi la ritirata.