Oratorio di Santa Maria Maddalena
L’attuale oratorio della Maddalena è il frutto della ricostruzione seicentesca di un edificio in uso alla locale confraternita di Disciplinanti, che versava in precarie condizioni alla fine del Cinquecento. Si decideva così di abbatterlo per erigere, nello stesso sito, una fabbrica più decorosa, anche in virtù dei finanziamenti originati dalla fruttuosa pesca del corallo.
Piazza San Matteo, annesso alla parrocchia
Estasi della Santa, particolare. Foto Giovanni Hänninen
Veduta interna dell’oratorio della Maddalena verso la cantoria, con l’organo di inizio settecento. Sui due lati, gli stalli seicenteschi dei confratelli. Foto Giovanni Hänninen
Posta la prima pietra il 22 luglio 1616, nella festività della Santa titolare, l’edificio – un’allungata aula rettangolare coperta da una volta a botte lunettata, e con accesso sul lato sud – poteva essere solennemente benedetto il 22 luglio 1634. Nei decenni successivi si provvedeva a dotarlo di un maestoso altare, affidato (1671) al marmoraro Dionisio Corte e destinato a inquadrare nel giro di qualche anno (1678) la pala con l’immagine della Maddalena penitente, per la quale uno dei più quotati pittori genovesi, Domenico Piola, aveva sottoscritto il contratto nel ‘76.
Veduta interna dell’oratorio della Maddalena, con la macchina d’altare realizzata nel 1671 dal marmoraro genovese Dionisio Corte sullo sfondo. Foto Giovanni Hänninen
Lungo le pareti laterali era stata intanto sistemata la doppia teoria degli stalli dei confratelli, una pregevole opera d’intaglio ligneo su cui si trovano incise le date del 1656 e del 1676.
La riedificazione tardo-settecentesca della parrocchiale avrebbe imposto, in seguito, una modifica dell’assetto della parete dell’oratorio opposta all’altare.
La testata curvilinea del nuovo transetto veniva, infatti, a invadere lo spazio del vano determinando un muro di pianta sagomata e, di conseguenza, il disegno “mosso” dei seggi dei priori e della soprastante cantoria. Anche le allungate finestre mistilinee ricavate sulle due pareti laterali vanno considerate un aggiornamento settecentesco, attuato in parallelo col grande cantiere della parrocchiale.