L’Assunta di Bernardo Strozzi

L’Assunta di Bernardo Strozzi

L’ASSUNTA E SAN RAIMONDO DI PEÑAFORT


La pala di Bernardo Strozzi con L’Assunta e san Raimondo di Peñafort esposta nel transetto sinistro della parrocchiale proviene, con il suo altare, dalla cappella Centurione della chiesa genovese di San Domenico. Soppressa quest’ultima (1798) negli anni della Repubblica Ligure, il dipinto veniva messo all’asta con una stima di lire 300 e acquistato, tra il 1804 e il 1805, dalla parrocchia di Laigueglia.
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Bernardo Strozzi, L’Assunta e san Raimondo di Peñafort, eseguita a Venezia tra il 1639 e il 1642, oggi nella Cappella dell’Assunta, un tempo nella cappella Centurione della chiesa secolarizzata di san Domenico (Genova). Foto Giovanni Hänninen
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L’Assunta e san Raimondo di Peñafort, particolare. Foto Giovanni Hänninen
La pulitura cui la tela veniva sottoposta in occasione di un delicato restauro (1980-1981) ne metteva in evidenza lo stato alquanto lacunoso, senza lasciare dubbi sulla sua altissima qualità. L’iscrizione sul filatterio in primo piano (“Mortis nexibus non potuit deprimi”, Non potè essere trattenuta dai vincoli della morte) sottolinea la spettacolare ascesa della Vergine, innalzata su una colonna di nubi da un corteggio mosso e festoso di angeli, mentre la figura di san Raimondo di Peñafort abbozzata sulla sinistra allude con discrezione alla primitiva intitolazione della cappella in San Domenico assegnata, nel 1639, a Marco Centurione con una nuova intitolazione alla Vergine Assunta.
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L’Assunta e san Raimondo di Peñafort, particolare. Foto Giovanni Hänninen
La critica è ormai orientata a riferire l’esecuzione di quest’opera agli anni veneziani di Bernardo, che nel 1633 aveva dovuto abbandonare Genova.
Una scelta drammatica, legata alla sua condizione di frate cappuccino e al travagliato rapporto che quel libero modo di dipingere gli aveva creato nei confronti dell’autorità ecclesiastica: ma anche negli anni dell’attività a Venezia il pittore riuscì, evidentemente, a mantenere rapporti con la committenza genovese.
Bernardo si affida a un impianto compositivo collaudato, ma l’ampio respiro spaziale e il colore leggero e vibrante, giocato su ardite trasparenze, si ambientano con facilità nell’ultima fase del percorso di questo straordinario artista.

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