Palazzo Badarò

Palazzo Badarò

Palazzo Badarò


Tra Sei e Settecento, insieme a un maggior benessere economico, si mise mano alla struttura urbanistica del borgo, fino ad allora costituita da case addossate l’una all’altra e intervallate da archivolti bassi, poco illuminati, lungo una direttrice che potrebbe corrispondere all’attuale via Dante.

Alla demolizione di alcune casupole fece seguito la costruzione dei nuovi palazzi per le famiglie più abbienti, in cui portoni in legno, atrii movimentati da volte e colonne, ampi corpi scala sostituirono gli accessi ripidi, stretti e disagevoli delle case più povere.
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Dentro la residenza di un'antica famiglia laiguegliese: il raffinato corpo scale in ferro battuto di palazzo Badarò. Foto Giovanni Hänninen
Prospiciente alla piazzetta omonima è il palazzo della famiglia Badarò, una tra le più prestigiose del borgo, dedita al traffico mercantile e, tra Sette e Ottocento, fucina di alcune personalità di rilievo intellettuale e politico. Tra questi Andrea Badarò (1771-1853), valente medico, studioso e politico, e i suoi due figli, Giovanni Battista Libero (1799-1830) e Sebastiano (1805-1880). Il primo fu medico come il padre ma anche botanico, letterato, giornalista e filantropo; emigrò a San Paolo del Brasile dove si dedicò ad assistere i più poveri, professando idee liberali che ne causarono la morte nel 1830, ma dove tuttora è ricordato come eroe nazionale.
Il palazzo natìo rimase al secondo figlio, sacerdote con idee di stampo liberale in contrasto con la chiesa locale, studioso di botanica e autore di una storia di Laigueglia.
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Corpo scale in ferro battuto, particolare. Foto Giovanni Hänninen
Appena entrati nel palazzo, colpisce l’attenzione la grande scala in ardesia ornata da una elegante ringhiera a volute e racemi di gusto settecentesco, poggiante su suggestivi archi rampanti che alleggeriscono e slanciano le rampe..
Il palazzo aveva anche un ampio orto recintato rivolto verso il mare che nel secolo scorso fu in parte utilizzato per la costruzione di un moderno condominio.

A Giovanni Battista Libero Badarò è intitolato il lungomare che collega via Dante alla via Aurelia. (1895)

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